Secondo libro pubblicato
SHAMADA G
La CHIAVE DEL PARADISO
Manuale d’ipnosi ericksoniana e P.N.L.
AL MIO AMORE MICHAEL
SEMPRE PRESENTE IN ME
Puoi capire la vita,
se sai cos’è la vita.
3223 -2332
A.M.
INDICE
Prefazione pag. 4
Presentazione pag. 6
L’approccio terapeutico di Milton Erickson e il linguaggio metaforico come ponte tra conscio ed inconscio pag. 22
CAPITOLO I
L’approccio ipnotico di Milton H. Erickson pag. 26
CAPITOLO II
La comunicazione verbale e non verbale pag. 50
CAPITOLO III
Il linguaggio metaforico “come ponte” tra conscio ed inconscio. pag. 81
Conclusione pag. 101
Bibliografia pag. 108
PREFAZIONE
“LA CHIAVE” appartiene a quella che chiamo “Trilogia del risveglio” e ch’è nata subito nella mia mente, formata da tre libri con dei titoli precisi, ad indicare un movimento.
1) La preparazione:
LA CHIAVE: manuale di ipnosi Ericksoniana e P.N.L.
2) Il viaggio: Il RISVEGLIO DI MADDALENA: il corpo che canta.
3) Il ritorno: IL SOGNO DELL’IMPERATRICE
L’INSIEME narra momenti del film virtuale della mia vita, perché in esso sono avvenuti i cambiamenti, a volte dirompenti, spesso anche piccoli e quotidiani, che mi hanno fatto comprendere chi sono.
La TRILOGIA è scritta per tutti coloro che non si accontentano del programma di massa, ma si pongono domande, cercano risposte a fatti che accadono, a sensazioni, intuizioni, incontri, disagi e problemi, in questo momento, certamente, psicofisici, dovuti al cambiamento di frequenza.
“IL RISVEGLIO DI MADDALENA: il corpo che canta” è nato per primo, a raccontare il mio “viaggio” in questa dimensione, iniziando dal 93, anno del mio contatto con l’Arcangelo Michele. Il testo, potrei dire, è un modo spesso gioioso e pittorico, proprio mio, di descrivere momenti, situazioni, persone che appartengono al mio percorso, insieme alla citazione di testi, che, in quel momento, entravano in sincronicità. Spero che le tante cose che racconto nel libro, spesso così personali, e che invece non lo sono, perché tutti, consapevoli o no, siamo collegati, spero, ripeto, possano, in primis, evitare l’uso di farmaci o terapie errate. Poi, mi son detta, perché non divulgare “la preparazione”, cioè gli studi, i mezzi che sono stati così importanti per il risveglio della mia macchina biologica ed ho ricavato un manuale proprio..dalla mia tesi di laurea, che ho sostenuta nel 93. È nata così “LA CHIAVE DEL PARADISO”.
Il giorno dopo la discussione della tesi è, infatti, avvenuto “il risveglio”, si sono manifestati, cioè, tutti quei fenomeni, che io definivo “paranormali”, che Michele chiama “mistici” e che, in definitiva, sono il risveglio della macchina biologica, l’apertura del “veicolo”, come dallo stesso Arcangelo è chiamato, al contatto con la scintilla animica, che lo abita, e con lo spirito, che, da un’altra frequenza, lo dirige.
Ma il mio film continua ed ora i segnali sono “di ritorno” a casa, per me e per tutti, così sta nascendo il terzo libro “IL SOGNO DELL’ IMPERATRICE”, mentre si apre quella porta d’oro, che ci ricondurrà alle nostre dimore.
SHAMADA è il mio nome antico, quando ero una guerriera araba che lottava per la libertà delle donne. Abito nero, mantello rosso, cavallo bianco, una scimitarra a forma di mezza luna. La GRANDE OPERA del Sacro femminile.
PRESENTAZIONE
Tornando da Ventimiglia, in treno, siamo già quasi a Grosseto, lo spazio delle parole si apre con Lontubi, vuol dire “felice”, una giovane signora, che vive in Italia, ma “Sono nata a Tirana, una città bellissima” dice con orgoglio “Qui mi chiamano Luna”. Al collo porta una chiave.
Lei si occupa d’arredamento, soprattutto crea e prepara oggetti, tende, tovaglie, tutto ciò che orna ed abbellisce una casa. La vedo dentro di me, questa casa bianca e rosa, come trasparente, perché tutto è sottile ed impalpabile, leggera, leggera, come sorretta da un rigo musicale. E la porta è d’oro, come la chiave.
“La chiave, la chiave.” Sì, è la risonanza del nuovo libro.
Da “Il risveglio di Maddalena: il corpo che canta” “Eravamo ancora nel 94-95, il mio treno correva ed io mi spostavo per conoscere gruppi ed esseri, che mi chiamavano in risonanza.
Mi trovavo nella struttura creata da Bernardino del Boca, presso Novara, una comunità in cui, da tempo, si parlava di risveglio, ed ero rimasta affascinata dalla conformazione del posto, con le abitazioni poste in cerchio, la grande sala riunioni ed il gentile laghetto centrale.
C’era aria di Feng Shui in ogni dove e, vicino al tempietto, si alzava una piramide di metallo, luogo di riposo e di ricarica.
Lì ho incontrato Luisa, viaggiatrice anch’essa e canale. Nel suo camper ha cominciato a scrivere per me.
“Elemento preposto per la ristrutturazione planetaria, Sorella dell’Unità, Maestra Sacerdotessa del portale d’accesso al ritorno alla Galassia. Custode delle chiavi per “il ritorno a casa”. Consegna delle chiavi alla fratellanza per aprire il proprio “Scrigno Segreto” onde effettuare il “ritorno a casa” (galassia). Missione: Attivazione codice genetico entro l’anno 2005. Completata l’operazione di attivazione, essa sarà in grado di consegnare ad ogni fratello le chiavi personali per “il ritorno alla Galassia”.
Seguono dei simboli, di cui uno è “La porta”.
Giugno 2014-da Stazione celeste- Arturiani-
E proprio ieri, una scorsa sui messaggi di stazione celeste. Non la conoscevo, allora, nel 93, non sapevo che così tanti messaggi arrivassero, poi “Guarda quel sito”, insisteva Francy di Palau, “Si dicono cose, in cui ti riconosci”. Così, ho cominciato ad andare, ed era proprio vero, tutto risuonava, era lo stesso che parlava dentro di me.
Da l’Ascensione: “.Un corridoio speciale, che viene creato dai Semi Stellari Arturiani, si sta aprendo sulla terra. Questo corridoio è una bellissima e potente connessione con la nostra nave stellare, con la quinta dimensione e con la Porta Stellare. Il Sole Centrale e la Porta Stellare sono co-lineari. Con ciò, vogliamo dire che esistono sullo stesso piano.
Le loro funzioni sono diverse, però l’energia è simile. Forse potreste pensare che nella scena della quinta dimensione potrebbe non esserci un ordine di linearità. Co-lineare implica il fatto che sono paralleli, poiché energicamente esistono in una forma simile.
Parlando dell’ascensione, vi devo anche parlare della Porta Stellare, perché può essere vista come un passo intermedio per l’energia dell’ascensione. Può anche essere visto come un punto di transizione, specialmente quando comprendiate che non vi è permesso andare alla porta Stellare fino a che non abbiate concluso l’ascensione e abbiate finito con il vostro corpo terrestre. Ora vi potete avvicinare alla Porta stellare, però non potete attraversarla. Fare ciò è un’esperienza energetica che trasforma totalmente il vostro corpo spirito luce. Questo viene trasformato in un modo che è tanto potente che la conglomerazione energetica del vostro campo terrestre non è ancora disponibile per voi. Non potreste tornare sulla terra, a meno che attraversiate la Porta Stellare e scegliate di rincarnarvi sulla terra.
Ora, però, potete venire fino al vestibolo, o anticamera, della Porta Stellare. In questa stanza siete connessi ed in allineamento con il Sole centrale. La vostra connessione con il sole centrale e la vostra comprensione della Porta Stellare, vi insegnano come muovervi verso il regno stellare.”
“Fratello Sole” appare sul display del telefonino, che sta squillando. È Vittorio, che, a modo suo, mi sta facendo eco.
“Il mio nome, Lorens, significa, in lingua spagnola, dio del Sole”, mi dice il biondo e celtico figlio di Nora, proprietaria del b&b di Iesa, vicino alle care terme del Petriolo ed al sito micaelico di San Galgano. “Amo” prosegue “il mondo finlandese, con le sue aurore boreali e il sole di mezzanotte” e mi mostra il simbolo solare che porta al collo.
“Sono Jonny”ancora il cellulare, “Sto tornando da Ischia”. E ripenso al monte Epomeo, alla porta verso la Terra cava, disegnata in un’antica carta, anch’essa una Porta Stellare, e sempre a Michele, la cui statua troneggia in ogni parte dell’isola ed a Capri, di cui è patrono.
Sempre da Stazione Celeste “Uno dei guardiani ed incaricati della Porta Stellare è un supervisore, l’arcangelo Metraton, profondamente connesso con gli Arturiani. Il suo nome è infatti arturiano e significa Guardiano della porta stellare.” Mah, penso proprio che lui e Michele, siano la stessa frequenza!
“I codici dell’ascensione sono parole ed energia che aiutano ad allineare, chiamato anche rivelare, aprire.”parla Metraton “Per aprire quei codici bisogna che abbiate un veicolo per sostenere l’energia. Ciascuno di voi è un campo d’energia o uovo cosmico, che sta vibrando ad una frequenza. Le frequenze definiscono il livello d’energia. Se voi vibrate in una frequenza bassa, non sostenete una grande quantità d’energia spirituale Il vostro veicolo è fatto come un uovo cosmico ed è l’involucro intorno a tutto il vostro campo d’energia che è il vostro vero io, non il corpo fisico.
Quando il veicolo è in grado di sostenere luce vibratoria più alta, allora sarete in una frequenza elevata. In questa frequenza potete ascendere.
Ora, aprire i codici e portarli dentro un allineamento va bene, solo se il vostro veicolo può sostenere una frequenza elevata, altrimenti il veicolo si rompe. Diventate disorganizzati, l’energia cade e dovete ricostruirvi.
“Posso stare poco, altrimenti rompo il veicolo” Queste le parole di Michele quando, quel giorno, entrò dentro il corpo di Rita.
Da “Il risveglio di Maddalena: il corpo che canta”:
“Oggi è il 23, numero per me simbolico e collegato a Lui, come ho già detto. Ripenso ad un contatto molto bello avvenuto il 23 aprile del 2008. Michele era ormai già entrato nella mia vita e nella mia consapevolezza.
Sentivo dentro di me la sua voce, se chiedevo avevo risposta, vedevo i segni all’esterno, ma desideravo sempre assicurarmi che la sua presenza non fosse solo frutto di una creazione personale. Quella volta, chiesi a Rita, un’amica medium, se poteva crearmi un contatto. L’Arcangelo arriva a poche persone e non sapevo se con Rita sarebbe stato possibile. La donna era venuta a salutarmi quella mattina. Prese carta e penna, preparandosi a scrivere ed io attirai, tra le mie, la sua mano. Allora accadde qualcosa. Il corpo era di Rita, ma tutto l’atteggiamento era cambiato. Non era più lei che percepivo, ma un essere regale, maestoso ed, insieme, pieno d’amore. Michele, attraverso la medium, cominciò a parlarmi: “Posso stare poco” mi disse subito “altrimenti rischio di rovinare il veicolo (cioè Rita). La mia mano era nella Sua e Lo sentivo. Era un calore conosciuto, un ricordo dentro di me. Allora Michele mi dette un codice per chiamarlo, di cui il 23 è una parte. Quando Lui se ne andò, Rita, dolcemente mi sorrise. ma non ricordava nulla. Il suo spirito si era allontanato, per far posto ad un’altra guida, l’Arcangelo.
Da Stazione Celeste: “Immaginate il veicolo avuto da Gesù, così intatto, così perfetto che può stare insieme a Dio, per questo viene chiamato il figlio di Dio. Il Figlio può sedersi insieme al Padre. Anche voi potete sedere insieme al Padre, però non lo potete fare ora, perché il vostro veicolo non può sostenere, ancora, questa energia. Sarete capaci di farlo. Sappiamo ch’è il vostro destino. Vi ho parlato di queste parole ebree: “Ehieye Asher Ehieye” che possono essere tradotte come: “Io Sono Ciò Che Sono”. Questo non è qualcosa che dite una volta. E’ un mantra, è qualcosa con cui dovete lavorare continuamente per elevare la vostra energia. Quando siete in una vibrazione elevata, vi allineate. Tutto ciò che vi viene chiesto è il vostro pensiero: volete ascendere? Quando siete nella vibrazione elevata, siete a livello del potere. Questo livello di potere è tale che crea il successo. Potete sostenere il pensiero “Io sono Ciò che sono”. Quando leggete o dite quelle parole, questo agisce come suggestione ipnotica. Quelle sono energie codificate che vi ricordano lo stato elevato e vi attivano. La luce sacra è di vibrazione elevata. Voi siete luce sacra.
Lasciate che la luce sacra venga ora verso di voi.”
“Coabitazione – Voi state cercando un allineamento e noi vi offriamo le nostre capacità per coabitare con voi ad un livello elevato, per accelerare il vostro processo. Possiamo affermare che alcuni di voi sono stati un tempo su Arturo e si sono offerti come volontari per coabitare con alcuni della terra che non erano allineati. Quindi, questo è un processo che conoscete molto bene. La coabitazione è un processo conosciuto da Sananda e da tutti i grandi maestri attraverso la Galassia.”
Mi è sempre piaciuto “coabitare”, certo, in primis su questa terra, che fa da specchio alla realtà. Così ho fatto nella mia casa di Roma, così in Sicilia, dove vivevo in una splendida camera barocca, con il soffitto orlato d’angeli d’oro, nell’abitazione di una signora, nel centro di Catania, così penso di fare. a Parigi, ch’è sempre più vicina. Coabitare, stare insieme. Ed io sto sempre insieme a Michele, fin da quando la sua frequenza si è collegata al veicolo.
“Questa è una donna importante, non è sola, sono due” Giù, all’estremo limite del Marocco, prima del deserto, nell’ultimo villaggio, mi fu detto dall’alto Tuareg, con fama di mago potente. “Rimani” proseguì “farò per te grandi feste”.
Ma la mattina dopo, veloce, presi la prima corriera per Fes. Certo, non ero sola ed a Michele quel tipo di magia proprio non piaceva!
“Quando state in una frequenza elevata, vi allineate allora con la luce sacra. (Aur Hakodesc). Le piramidi sono state costruite per sostenere energia, pertanto vi sono veicoli sul pianeta, che sono stati messi lì per sostenere energia spirituale..Questo è lo scopo del progetto del Tempio. Costruire un veicolo per sostenere energia spirituale.”
“Il mio Tempio sei tu, il mio Tempio è il mondo” mi disse l’Arcangelo, quel giorno in cui s’inserì in Rita, per parlarmi.
Da Stazione Celeste: “Forse sarà realizzato in un punto. Non deve essere grande. Proprio come un piccolo Tipi sostiene l’energia, il Tempio è un luogo per sostenere l’energia del Sole centrale, un luogo per farvi entrare in allineamento con il Sole Centrale”.
Molti sono i luoghi d’energia, dove vengo portata. Presto mi fermerò, per attivare al massimo il mio Tempio. E così sia La “chiamata”- Ho sempre associato il mio sentire a coloro che, spesso nell’ambito religioso, si sentono chiamati, lasciano tutto e vanno, dietro quella voce interiore o quell’intuizione irrefrenabile, che li spinge ad abbandonare il conosciuto, a correre verso l’ignoto. Tutti i santi, tutti i risvegliati! La spinta è così forte che non ti chiedi, non domandi agli altri, così è, così dev’essere
Avevo fatto un incontro, a Grosseto, di Dinamica Mentale e, per la prima volta, seguendo l’istruttore, guidata da una musica profonda, ero scesa dentro di me, lungo una scala, che mi portava dentro, sempre più dentro. Avevo incontrato qualcosa o qualcuno, avevo creato un contatto.ma non sapevo, ancora. Come spesso siamo guidati in modo inconsapevole! Ora è normale dirlo, per me, la sincronicità, l’angelo, chi siamo, ma allora non sapevo niente di niente, ero curiosa, ero spinta.
Poi. gli occhi, gli occhi iniziarono ad attirarmi, svegli, brillanti. spenti, dormienti. Attraverso di loro, vedevo l’essenza, vedevo l’anima.
E quel tumulto nel centro del petto, una mancanza di respiro, un bisogno d’aria. La necessità di qualcosa che non c’era, un vuoto ed un richiamo.
Ancora non c’era la voce del cuore, così io la chiamo, ch’è cominciata nel 93, quando si è realizzato il programma che il mio spirito voleva. Potrei, oggi, meglio dire, quando è avvenuto il contatto della macchina biologica, il mio vestito di questo film, con la scintilla animica, che Io Sono, e con il mio amato spirito, l’Arcangelo Michele.
La Chiamata era muta e forte.
“Appartengo a una comunità spirituale, che si chiama la Casa sulla Roccia”, mi dice il giovane e biondo conducente dell’autobus, che mi sta portando a Marina, “Leggiamo la Bibbia, ci viene spiegata, ma non credevo di sentirmi così. La chiamata… è proprio vero, accade.
Due miei amici, pizza, sbronze. prima uno, poi l’altro, li ho incontrati, i sandali di cuoio, il vestito francescano, hanno risposto. alla voce che sentivano. Io ancora non sento. vorrei, vorrei. “Come spiegargli? Si Sta risvegliando, ma non ha importanza entrare nel mondo delle religioni”.
E, da lì, il mio movimento, il seguire, il sentire, l’accondiscendere alla Chiamata. Ma restando sempre qui, in questo mondo, con i suoi inganni, i suoi impedimenti. La Chiamata era forte. E il cuore batteva all’impazzata, come per morire, ribelle al restare chiuso nella gabbia dell’usuale esistere. Poi l’incontro con Reich, il lavoro energetico e la forza, la forza che non poneva ostacoli al sentire, al decidere. E la salita dell’energia, dal basso, un fiume prorompente, che non vedeva ostacoli. Neppure un timore, neppure un’incertezza! La via dentro, senza chiedersi niente.
Da “Il risveglio di Maddalena: il corpo che canta”: ” Quel giorno andai da lui e facemmo delle verbalizzazioni inerenti il sesso; non avevo mai detto ad alta voce “quelle parole”, la mia terminologia sessuale era molto castigata e vergognosa, a causa, come accade per molti, dell’educazione famigliare.
Il professore sapeva a che cosa mirava, al mio sblocco energetico, che trovava la sua espressione nella liberazione dell’energia sessuale, ma io cominciai a sentirmi a disagio: il mio corpo stava riempiendosi di calore, come un fuoco che veniva dai genitali, la stanza mi appariva più rossa, tutto mi appariva circondato da un alone vermiglio ed avevo voglia.avevo voglia. Che potevo fare? Certamente non potevo “parlare”, l’unica cosa era scappare; così dissi che dovevo andare e corsi via. Alla stazione (mi trovavo a Roma), cercai un bagno, mi chiusi dentro e, finalmente, mi lasciai andare; l’onda liberata cominciò a salire e cominciarono gli orgasmi, uno dietro l’altro e un infinito piacere, da morire. A casa, durante la notte, si riprodusse ancora il fenomeno e l’attenzione fu necessaria per non svegliare il marito; che potevo dirgli, il nostro rapporto sessuale era buono, ma questo era qualcosa di molto, molto diverso, era un piacere che si estendeva ad ogni parte del corpo, che lo faceva torcere e vibrare, senza che vi fosse alcuna sollecitazione genitale. La mattina, ancora addormentata, mi diressi in bagno; al ritorno, ormai con gli occhi aperti, rientrai nella camera, nel raggio del grande specchio, che copriva l’intera parete. Fu un sussulto e mi tirai indietro, poi, lentamente, mi riportai in avanti. Che era quella cosa che vedevo allo specchio? Non la conoscevo, non conoscevo il corpo che, ormai da anni, usavo ogni giorno!
I miei occhi si erano aperti veramente e l’essere che, per la prima volta vedeva all’esterno, l’essere che l’energia della kundalini aveva fatto salire e risvegliato, non si riconosceva nel veicolo che abitava, in definitiva, era come se non lo avesse mai visto. Era la macchina che aveva sempre conosciuto se stessa! E i miei occhi brillavano come due stelle. Il professore, la volta successiva, mi brontolò perché ero fuggita, ma fu contento del risultato; sapeva delle conseguenze liberatorie per la mia vita e così, infatti, è avvenuto molto presto.”
La Chiamata era forte, ma anche la volontà e il potere, creati dall’onda dell’energia. Desideravo, pensavo e realizzavo. Nessun tentennamento, nessun dubbio sul giusto e l’ingiusto, tutto così definito e lineare!
“Per seguire Me” dice Gesù ” dovete lasciare la casa, i parenti, tutto ciò che avete!” Per seguire Me, io lasciai la scuola, dove insegnavo tranquillamente, avendo vinto il concorso a cattedra, per seguire Me, lasciai la casa e il marito, che, nella sua cecità, si opponeva al mio movimento di risveglio, per seguire Me, andai a Roma, mi iscrissi a Psicologia ed, in seguito mi specializzai in ipnosi e p.n.l.
Non sentivo la voce di Michele, non supponevo neanche la sua esistenza, ma sentivo la Chiamata precisa, chiara del mio essere e neppure mi passava per la testa di non agire in conformità. La “salita dell’energia” aveva creato un legame tra me e Me, tra la mente del veicolo e la scintilla animica che lo guidava dal cuore. Il collegamento trinitario con lo spirito, Michele, sarebbe avvenuto più tardi, all’indomani della laurea e delle specializzazioni, per cui avevo lavorato veramente “a cottimo”.
Soprattutto queste ultime e, in modo particolare la specializzazione in ipnosi ericksoniana, di quattro anni, aveva determinato un lavoro costante su me stessa. Volevo diventare una buona terapeuta, volevo aiutare gli altri, perché quella sentivo come chiamata, quindi dovevo, prima, pulire me, provare su me, sperimentare ogni cosa che mi veniva insegnata, ed anche di più, perché, pur ignorandolo, molto veniva da dentro di Me. E volevo controllare la mente, i suoi e miei errati programmi, dovuti all’educazione familiare, ai geni ereditari, all’ambiente, per tirare fuori il mio, e poi degli altri, vero Se, come diceva Erickson.
Così lavoravo a “cottimo”, cioè ogni momento era buono per stare in onde Alfa, nel qui ed ora, per allontanare i pensieri invadenti, per vuotare la mente e programmare nuovi e lineari obiettivi. Sempre!
E la mente doveva obbedire, doveva imparare, come un bambino, la via corretta. Forse gli altri della mia scuola non facevano come me, certamente non lo facevano, ma, dentro c’era qualcosa o qualcuno molto deciso a che io lavorassi Ricordo che, affinché si chetasse, dicevo alla mente “Sei non stai zitta, ti strozzo, ti stritolo, ti faccio a pezzettini, ti arrotolo come una tovaglia bianca, e la poveretta, veramente.. si spaventava e. cessava ogni attività.
Ha così ben imparato la lezione che, ancor oggi, se lo dico, ma non lo dico più, i risultati sono gli stessi. Basta dare un’abitudine, istaurare un nuovo programma, che esso si fissa nel cervello e questo è il segreto.
Era ed è bello sentire il cervello come un computer fermo, cessato quel brulichio costante di parole, pronto, così, e ricaricato, ad incamerare e fissare nuovi progetti, o a ricevere informazioni.
Ma ciò non era insegnato solo a scuola, veniva da Me. Intanto apprendevo tante tecniche d’ipnosi, autoipnosi e p.n.l, che su me sperimentavo.
Gli scritti di Erickson mi guidavano “L’inconscio è una forza positiva che si organizza nel modo migliore per l’individuo, se questi cessa d’interferire con le proprie limitazioni coscienti. La mente inconscia (potremmo parlare del sé), è un serbatoio di potenzialità in cui sono immagazzinati tutti i ricordi passati, le conoscenze e le esperienze, che possono essere utilizzati dalla persona per risolvere i suoi problemi, purché essa impari come recuperarli e servirsene nei momenti appropriati. Dal momento che la coscienza dell’essere umano razionale è gravemente limitata dagli atteggiamenti e dalle convinzioni, molti non sanno come servirsi delle proprie risorse individuali. La coscienza viene programmata per aderire a standard di profitto esterni e riconosciuti dagli altri, mentre l’unicità e l’individualità di ciascuno resta inesplorata e inutilizzata.”
Quindi tutto è in noi, basta aprire l’accesso e deprogrammare i condizionamenti errati e limitanti. Allora esce la nostra luce, esce chi siamo.
Ed io deprogrammavo, deprogrammavo, attraverso i mezzi che l’ipnosi e l’autoipnosi mi offrivano, usando, anche, le varie tecniche di p.n.l., per eliminare le credenze, Volevo la mente pulita e chiara, quella che, poi, Michele, chiamerà Sacra Mente.
Ed ancora “Egli (Erickson) estese, quindi, lo stato di trance ad una condizione naturale ed affatto fittizia della vita quotidiana (la common everyday trance), non ritenendo necessari per l’identificazione dello stato di trance i segni eclatanti di rilassamento fisico e mentale, il rallentamento nelle risposte, o i fenomeni che caratterizzano la profondità della trance.”
Lavorando su me, compresi che, praticamente, viviamo in un’ipnosi collettiva, indotta dai programmi dentro il computer della macchina e dalla reazione di esso agli stimoli esterni sollecitanti. Prigionieri di una rete neuronale, creata per tenerci nel sonno.nella morte.
“Il controllo della mente, o meglio, del computer cerebrale” mi dicevo “porta la libertà. E, quando guidavo l’auto, per le vie di Roma (allora vivevo là), stringevo forte il volante, fino a conficcarmi le unghie nei palmi delle mani. Quel contatto, il piccolo dolore, richiamava l’attenzione, lì, sul corpo, ed impediva al pensiero di vagare. Sempre, se stai sul corpo, non puoi pensare, se pensi, perdi il contatto. Così, quando camminavo, cercavo di sentire, il più possibile, i piedi sul suolo, quando toccavo gli oggetti, focalizzavo sul contatto delle mani, e così via. Così via.
La mia era quella che viene definita, anche “meditazione costante”, ma io non la chiamavo così. Per me era stare in onde halfa, era stare nel qui ed ora, che poi è la stessa cosa. Ripulivo, deprogrammavo e riprogrammavo, usando tecniche e visualizzazioni della p.n.l., ma, in definitiva, ero molto creativa, creavo, cioè, quello che era già dentro di me. Il lavoro sugli obiettivi mi risuonava e, per molte cose, in quel momento la nuova laurea, gli esami, la casa a Roma, avvenivano le visualizzazioni. e tutto andava. gli esami sempre superati, la casa trovata e comprata, l’arredamento facilmente individuato, la laurea raggiunta, velocemente, come un treno. Facevo delle tecniche, ma non sapevo che creavo, che davo forma, attraverso la focalizzazione, alla realtà circostante.
Il computer riposava, sottratto al brulichio costante della mente, prendeva potenza, non disperdendo energia, ed il risultato. era la creazione. Così allora, così sempre.
Da “Il risveglio di Maddalena”: “Avevo conosciuto degli amici che praticavano la Meditazione Trascendentale ed anch’io presi il Mantra.
La mattina dell’iniziazione anch’io portai frutta ed un mazzo di giunchiglie… Fu molto bello, la mattina piena di sole dorato, come i fiori che stringevo al petto. Ebbi il mantra che l’insegnante mi fece ripetere correttamente… Usavo le mie tecniche auto ipnotiche e il mantra tutti i giorni, anche tre volte al giorno. Sono una “cottimista” per ciò che sento, e, soprattutto c’era qualcuno che spingeva.
Il lavoro dette i suoi frutti: cominciarono ad attivarsi quelli che io chiamavo “fenomeni paranormali”. In realtà era il risveglio della “macchina biologica”, ed essi verranno, poi, da Michele, definiti “mistici”, perché derivanti dal contatto tra corpo, anima e spirito.”
Vedere, udire, odorare, percepire. oltre, al di là degli usuali parametri, sino a quel momento utilizzati dal cervello, al di là degli schemi preordinati e limitanti. Agire non più secondo una mappa, ma percorrendo un vasto territorio! Una nascita in un nuovo mondo, dove mi sentivo leggera, dove “una bambagia” mi staccava dal resto, dove vedevo arcobaleni nel cielo, occhi azzurri e senza pupilla, scritte nell’aria, profumi di ninfe presso le acque, dove si aprivano sprazzi di antiche esistenze, dove non c’erano limiti materiali. E sempre, sempre quel respiro immenso del cuore, ch’è gioia e pace, è pace e gioia, e qualcos’altro, che non si può descrivere. È come se tutto il corpo brillasse, giocasse. Tutto è uno, nessuna divisione tra pensare ed agire, ma un fluire costante e naturale.
Da “Il risveglio di Maddalena”: “Intanto era necessario chiedere la tesi. Gli studenti di psicologia mi dicevano che era impossibile “averla” in poco tempo e, in realtà io non sapevo quale docente interpellare. Ma ormai vivevo nella mia estasi: pensai al professore Carotenuto (tenuto caro, poiché era un angelo), gli telefonai per un appuntamento in facoltà ed andai. Ricordo che bussai alla porta della sua stanza all’Università. Ero, in quel momento, dentro i miei “fenomeni”. Mi avvicinai. Era seduto alla scrivania, con la testa reclinata, ricordo bene, appoggiata sul braccio. Mi disse di sedermi. Lo feci e lui alzò gli occhi e mi guardò: erano completamente celesti e pieni d’amore. Tutto intorno mi sembrava ovattato. Gli chiesi una tesi sull’ipnosi e lui rispose che andava bene, dovevo scegliere il titolo e poi tornare. Allontanandomi, avevo l’impressione di non toccare il suolo e la sensazione era molto reale.
Quando si manifestavano visioni o altro, l’atmosfera sembrava cambiare. Ero felice e, insomma, tutto, comunque, mi sembrava normale, perché tutto era fluido e scorrevole.
Tornai in seguito da Carotenuto, nella stessa stanza. Accettò gentilmente tutto quello che proponevo e mi disse di ritornare da lui in vari momenti di avanzamento del lavoro sulla tesi. Mi guardò, ma i suoi occhi erano scuri, come lo sono in questa realtà. Avevo visto l’angelo che lui era e lui aveva visto me, ma ancora non capivo”.
Avevo imparato ad osservare tutto ciò che mi circondava; mi esercitavo costantemente nei programmi di p.n.l., coglievo attentamente i segnali verbali e non verbali, analizzavo le parole, i gesti, i movimenti del respiro e degli occhi. “Esercitatevi, esercitatevi sempre” dicevano a scuola, ed io lo facevo, anche divertendomi. Dov’era il brulichio interno, non c’era, la mente, nell’osservazione, nel rispecchiamento, nel ricalco e guida, e così via, doveva stare nel presente, pena la perdita dei segnali.
Era un tryning scolastico, ma, in realtà mi preparava alla lettura di altri segni: quelli inseriti in questa realtà virtuale. L’abitudine a vuotare la mente, a focalizzare sull’obiettivo, a stare sull’osservazione, a decondizionare e riprogrammare, mi avrebbero portato al “Risveglio”.
Da “Il risveglio di Maddalena”: “Come al solito il treno correva e tutto si accelerò. Carotenuto mi disse che dovevo discutere la tesi a marzo e non a giugno di quell’anno 1993, altrimenti tutto veniva rimandato.
Avevo dodici giorni per presentarla. Era tutta dentro di me, la vedevo; avrei usato anche le tesine delle due specializzazioni già fatte, ma dovevo assemblare le parti. Feci la visualizzazione della creazione per il tempo stabilito. Ogni giorno, mi alzavo alle sei e finivo a mezzanotte.
Scendevo dentro di me, mi affidavo al mio sé e cominciavo a scrivere. Tutto ormai andava in automatico. La sera, Angela, che lavorava al C.N.R., prendeva i pezzi che avevo scritto e li inseriva nel computer; io, poi, le dicevo come impostare il tutto. Niente altro: solo dormire, mangiare qualcosa e scrivere, focalizzata sul programma, eliminando qualunque interferenza della mente, quasi chiusa in casa per dodici giorni. E ce l’abbiamo fatta.”
Il titolo “La metafora come ponte tra conscio ed inconscio”. Alquanto significativo, soprattutto per ciò che sarebbe accaduto più tardi!
È molto bello, il giovane che sta scendendo nel Gorello, così viene chiamato il rivo che, uscendo dallo stabilimento di Saturnia, porta le acque termali alle grandi cascate vicine, spruzzi e luce iridescente.
Alto ed insieme esile, femmineo e insieme potente, come un re elfo, dagli orecchi appena appuntiti, gli occhi allungati, la bocca sorridente. E mi parla, perché ogni incontro è messaggio ” Siamo una famiglia con elementi spirituali, mia mamma ha visto la Madonna, mia sorella sentiva le presenze, mio zio vedeva, ovunque si trovasse, i trapassati. Ed ancora. Poi abbiamo voluto smettere, ci siamo opposti, volevamo stare tranquilli ed abbiamo respinto i fenomeni, che si sono attenuati. Ma io so che ciò che desidero si avvera ed ho provato tutto, l’estrema ricchezza, la povertà, ma sempre distaccato.”Lui parla ed i suoi occhi s’allungano, in un ricordo lontano.
“Lavinia era una principessa” sussurra la mamma di una bambina, spiegandone il significato del nome.
“Il principe mezzo sangue”, chiaro il titolo del libro di Enry Potter, che mi viene regalato.
Molte frasi me lo hanno preannunciato, lui, il principe degli Elfi. “È un momento difficile” mi dice. Per chi non lo è, in questo momento di trasformazione! Poi “Noi andiamo a mangiare a Pitigliano, a “La chiave del paradiso”, dice indicando l’amico, che, fino ad allora, ha ammucchiato pietre su pietre, facendo, forse, chiara allusione a quel Pietro, un altro principe, che domani incontrerò.
“La chiave del Paradiso”, ancora un segno sul mio libro, su questo libro! Perché non usare il titolo trasmesso. Sentirò dentro di me.
Così ho preso parte della tesi, quella più in risonanza, per dare la Chiave. del paradiso. La Chiave vera, in realtà è venuta dopo, con i codici di Michele, ma è stato tutto il lavoro fatto nei quattro anni di preparazione delle specializzazioni ad aprire il passaggio verso la porta d’oro del risveglio.
Vi lascio leggere il manuale, sicura che vi interesserà a livello anche specialistico, ma, vi prego, leggetelo come un mezzo, come una chiave di risveglio. Se avrete questa comprensione, la porta sarà davanti a voi ed avrete trovato “La Chiave del paradiso”
BIBLIOGRAFIA
GoogleStazione Celeste: messaggi dagli esseri di luce
Il risveglio di maddalena: il corpo che canta, di Shamada Gio, Edizioni Alvorada
Tesi: “L’approccio terapeutico ipnotico di Milton H. Erickson e il linguaggio metaforico come ponte tra conscio ed inconscio”, Università degli Studi di Roma, Facoltà di Psicologia, 1992-1993
Shamada G.
(Dott.ssa Giovanna Nencini)
Tel. 347-5925300
e mail: ilpontediluce@libero.it
Sito web: www.ilpontediluce.it”
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